LA PRIMA VOLTA DEL SURF ALLE OLIMPIADI

Le Olimpiadi di Tokyo, concluse da poche settimane, sono state un’edizione unica, sia per le particolari condizioni dovute al Covid, sia per l’inserimento di nuove ed entusiasmanti discipline.

Come sappiamo infatti, ogni nuova edizione dei Giochi può inserire nel programma olimpico alcuni nuovi sport. Oltre ai classici nuoto, atletica, scherma e sport di squadra come pallavolo o basket; quest’anno abbiamo visto i migliori atleti del mondo competere in alcune nuove discipline olimpiche.

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Per la prima volta nella storia dei Giochi a Cinque Cerchi, sono state infatti assegnate le medaglie nel surf, karate, arrampicata sportiva e skate

Alcuni di questi sport sono già stati confermati anche per le prossime edizioni delle Olimpiadi. Il surf è proprio tra questi e lo vedremo nuovamente a Parigi 2024, in questa occasione sarà Tahiti ad ospitare la competizione di surf.

Dal sogno del Duke, il surf debutta alle Olimpiadi di Tokyo 2020

A Tokyo 2020 il surf ha fatto il suo esordio ufficiale alle Olimpiadi. Un momento storico per tutto il movimento, una novità che ha incuriosito non solo i surfisti di tutto il mondo, ma anche chi conosce meno questa disciplina. 

Il sogno del surf olimpico è iniziato con Duke Kahanamoku, nativo hawaiano medaglia d’oro olimpica nel nuoto, considerato il padre del surf moderno. 

Duke Kahanamoku, considerato l’inventore del surf moderno, fu il primo a sognare di portare il surf ai Giochi Olimpici.
Duke Kahanamoku, considerato l’inventore del surf moderno, fu il primo a sognare di portare il surf ai Giochi Olimpici.

Duke, chiamato anche The Big Kahuna, aveva espresso più di un secolo fa, in occasione dei Giochi di Stoccolma 1912, il sogno di vedere il surf alle Olimpiadi. Alcuni decenni dopo, la ISA (International Surfing Association) e il suo presidente Fernando Aguerre eletto nel 1994 ha condotto una campagna durata più di vent’anni per includere questa disciplina tra gli sport Olimpici.

Nonostante i numerosi tentativi falliti, finalmente nel 2016 il Comitato Olimpico Internazionale ha ammesso il surf tra gli sport che avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Tokyo 2020, coronando definitivamente il sogno del Duke e di tutti i surfisti, gli atleti e gli appassionati di questo sport.

L’atleta azzurro Leonardo Fioravanti durante una heat alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
L’atleta azzurro Leonardo Fioravanti durante una heat alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

20 uomini e 20 donne in rappresentanza di 18 nazioni provenienti da tutti e 5 i continenti, hanno gareggiato sotto i riflettori globali per mostrare al mondo il potere e lo spettacolo del surf. 

Tra gli atleti che hanno gareggiato nelle acque di Tsurigasaki Beach, a est di Tokyo, c’era anche l’azzurro Leonardo Fioravanti.

Leornardo Fioravanti è stato il primo italiano a competere in una gara olimpica di surf durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Leornardo Fioravanti è stato il primo italiano a competere in una gara olimpica di surf durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

Il surfista romano, dopo aver vinto le due heat dei ripescaggi, ha perso la sfida diretta con il peruviano Lucca Mesinas e si è fermato agli ottavi di finale nel surf. 

Come si sono svolte le gare olimpiche?

Dopo la cerimonia di inaugurazione del 23 luglio 2021 che ha dato il via ai Giochi, il surf ha debuttato con la prima heat il 25 luglio. 

Le heat si sono svolte nell’Oceano Pacifico, più precisamente nello spot di Tsurigasaki Beach, prefettura di Chiba a est di Tokyo, uno degli spot più consistenti del Giappone, un beachbreak non molto lungo alternato dalla presenza di vari moli che aiutano a tenere i banchi di sabbia in posizione. Come tutti i beachbreak è uno spot molto variabile e non è stato così semplice per gli esperti poter prevedere con esattezza quando sarebbero arrivate le onde migliori per poter dare il via alle heats.

Effettivamente le tipiche onde estive a Tsurigasaki Beach sono state piuttosto piccole, corte e prive di potenza, lasciando alcuni concorrenti (e gli stessi fan) a chiedersi se l’utilizzo della tecnologia delle wave pools avrebbe favorito lo spettacolo e se avrebbe potuto essere una scommessa migliore in questa prima edizione del surf olimpico.

Si tratta di critiche e riflessioni comprensibili, ma è anche vero che, come ha affermato lo stesso Medina

“Se vuoi essere il migliore, devi fare tutto al meglio in qualsiasi condizione”.

Quali sono le regole del surf olimpico? 

Si inizia con i round di qualificazione dove 4 atleti si affrontano contemporaneamente. 

La giuria assegna ad ogni atleta un punteggio da 1 a 10, giudicando le performance di onda in onda in base a parametri quali: il grado di buona navigazione; le manovre innovative; la difficoltà delle evoluzioni; le combinazioni e la varietà in relazione a potenza e flusso dell’acqua.

I due surfisti che ottengono i migliori punteggi nella propria heat passano ai turni successivi, dove si svolgeranno poi sfide dirette tra due atleti. 

Ogni sessione di gara dura tra i 20 e i 25 minuti. L’onda può essere surfata solo da un singolo atleta alla volta, il diritto di mettersi alla prova su quella determinata onda spetta al surfista che si trova più vicino alla cresta. 

Il campione olimpico Italo Ferreira durante una heat ai Giochi di Tokyo 2020.
Il campione olimpico Italo Ferreira durante una heat ai Giochi di Tokyo 2020.

La specialità olimpica: lo shortboard

Ai giochi di Tokyo 2020 si è gareggiato in una sola specialità del surf: lo shortboard. Si tratta anche della specialità più diffusa, che prevede l’utilizzo di una tavola lunga circa 180-190 cm che pesa 4-5 kg. La tavola short, grazie alla sua estremità più appuntita è molto maneggevole e permette di svolgere manovre, evoluzioni e cambi di direzione molto rapidi.

Come suggerisce il nome la shortboard è una tavola più corta della longboard, lunga invece 280 cm e anche dal maggiore peso, circa 8 kg. Oltre a differenziarsi nella forma, queste due tavole richiedono anche un modo diverso di affrontare le onde da parte del surfista: la short permette di eseguire evoluzioni straordinarie e manovre spettacolari, mentre la long è molto più stabile in acqua. 

Molti appassionati avrebbero voluto vedere alle Olimpiadi gli atleti competere anche nella longboard, specialità che ha un ottimo seguito e molti campioni di livello mondiale. Speriamo che possa essere inserita nelle future edizioni dei Giochi.

I campioni Olimpici di Tokyo 2020

Nel 2021, il sogno di Duke è tornato dove è tutto è iniziato: alla Hawaii. Carissa Moore, anche lei hawaiana, ha vinto la prima medaglia d’oro olimpica nel surf femminile.

“Condividere lo sport con così tante persone che forse non hanno mai nemmeno visto il surf è stato davvero speciale”, ha detto Moore. “Come hawaiana, vedere il sogno di Duke Kahanamoku diventare realtà di fare surf alle Olimpiadi è davvero speciale. È un grande momento perché il surf venga riconosciuto a questo livello”.

La statunitense Carissa Moore passa alla storia come la prima campionessa olimpica di surf femminile.
La statunitense Carissa Moore passa alla storia come la prima campionessa olimpica di surf femminile.

In campo maschile invece è stato eletto campione Olimpico il favorito della vigilia: il brasiliano Italo Ferreira. Ferreira con l’oro olimpico, l’oro ai World Surfing Games e un titolo WSL CT completa una tripletta di risultati che potrebbero non essere mai eguagliati, diventando una vera star mondiale del surf e non solo. Ferreira ha aggiunto un tocco originale alla cerimonia di premiazione con un acrobatico salto mortale dal podio.

Due medaglie sono state conquistate anche dalla nazione ospitante con l’argento del giapponese Kanoa Igarashi, cresciuto a due passi dalla spiaggia dove si sono svolte le gare, e il bronzo della ventenne Amuro Tsuzuki. Mentre la sudafricana Bianca Buitendag si aggiudicata la medaglia d’argento nel surf femminile.

A completare il podio maschile, Owen Wright (Australia). A 31 anni, il gigante australiano si avviava verso la fine della sua carriera, compromessa da un gravissimo incidente subito nel 2015 che lo ha costretto a una riabilitazione di quasi due anni. Nella gara olimpica, vincendo la sfida contro il n°1 al mondo Medina, Wright ha guadagnato un bronzo che vale oro. Un risultato storico ed emozionante per l’Australia, considerata assieme alle Hawaii la patria del surf. 

Il podio maschile del surf a Tokyo 2020: oro per Italo Ferreira (Brasile), argento per Kanoa Igarashi (Giappone) e bronzo per Owen Wright (Australia).
Il podio maschile del surf a Tokyo 2020: oro per Italo Ferreira (Brasile), argento per Kanoa Igarashi (Giappone) e bronzo per Owen Wright (Australia).
Il podio femminile del surf a Tokyo 2020: oro per gli Stati Uniti con Carissa Moore, argento alla sudafricana Bianca Buitendag e bronzo per la Giapponese Amuro Tsuzuki.
Il podio femminile del surf a Tokyo 2020: oro per gli Stati Uniti con Carissa Moore, argento alla sudafricana Bianca Buitendag e bronzo per la Giapponese Amuro Tsuzuki.

Le Olimpiadi hanno dato la possibilità di portare alla ribalta mondiale il surf, dando il via a una nuova era per questo sport. I surfisti partecipanti possono ora definirsi atleti olimpici per il resto della loro vita. Sono stati i primi, ma non saranno gli ultimi. Tra solo tre anni ci sarà la prossima ondata di surfisti che inseguiranno i propri sogni e gareggeranno a Tahiti, ai Giochi di Parigi 2024.

Anche noi di HUH shapes sogniamo in grande e continueremo ad allenarci e metterci alla prova. Il nostro obiettivo? Progettare e realizzare le migliori tavole da surf per accompagnare in acqua, onda dopo onda, i nostri atleti, e magari vederli a una delle prossime edizioni delle Olimpiadi.

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